Come tutti sappiamo, a primavera arrivano le rondini e con loro anche i rondoni. Li si vede volteggiare nel cielo azzurro a tutta velocità per acchiappare mosche, zanzare, moscerini e farfalle (se capitano a tiro). Non si fermano mai e sono diventate uno dei tanti simboli della primavera. I simpatici volatili, naturalmente, non si limitano a rimanere nella stagione dei fiori e colori, ma sono presenti anche in estate e proprio in questo periodo i loro piccoli, quando c'è molto vento oppure molto caldo, provano il primo volo. Ed è in questa stagione dove è più facile trovarne di caduti a terra. Poveri pulcini! Immaginate che delusione, quando entusiasti di librarsi leggeri nell'aria, si ritrovano a cadere come pere!
- Poverino! C'è un uccellino morto! - esclama, sabato scorso, papà quando vede un mucchietto di piume grigio scure, sotto il nido di rondoni nel giardino della nonna. Dopo un mio rapido esame e dopo che la bestiolina piumata prova a beccarmi la scarpa da ginnastica, posso constatare che è vivo e perfettamente in salute. La mamma arriva sul posto con la nonna e mio cugino e scatta la discussione. - Cosa facciamo? Lo mettiamo sul balcone! - propone la nonna - No, nonna! - replica il cugino - Sul balcone c'è troppo sole. Si cuoce! -. "Cosi, anziché crudo, il gatto lo mangia arrosto" penso io. - Proviamo a riportarlo nel nido! - salta su papà - Ma dopo caschiamo giù noi! - continua mio cugino. - Lo prendiamo noi e lo portiamo alla Lipu! - scatta la mamma. L'idea vincente! - Bene se troviamo qualcosa con cui trasportarlo ... - dice papà. La nonna trova la soluzione. Svuota un minuscolo cestino rosso dalle dieci mollette che conteneva. La mamma, con attenzione, solleva l'elegante pulcino (ehi gente, non è da tutti avere una giacca a coda di rondine) e lo adagia nel cestino.
Lui si ribella. Prova a beccarla, ma quando vede che le dita sono più grandi di lui, tenta la fuga. Si divincola, sbatacchia le ali, con una mossa atletica salta giù dal cestino e sbatte il becco sul cemento del marciapiede. La mamma, con pazienza, lo rimette nel cestino e lo ferma con le dita. Cosi andiamo a casa con il piccolo pullo, nel cestino della sua bici. Arrivati a casa, ognuno ha il suo compito. La mamma cerca gli oggetti per dargli da mangiare e da bere, io cerco il numero della Lipu e un metodo per accudirlo e papà cerca di andare a dormire, non prima di aver chiamato il centro per il recupero fauna selvatica per gli orari. Poi, io e la mamma, gli abbiamo dato un pochino d'acqua con un contagocce. Una goccia o due sul becco e lui le beveva.
Come facesse a dissetarsi così, nessuno lo sa! Gli abbiamo preparato la "sbobba" (chi è sensibile non legga questa parentesi: pezzi misti di mosche, larve, vermi e altri insetti, detto anche cibo per insettivori e acqua, per chi ha la nausea, io vi avevo avvisato). Quello è un compito che abbiamo svolto io e papà, dopo cena. Ed è stata l'impresa più difficile di tutta la storia! Il piccolo pulcino ha incominciato subito a fare i capricci. Non voleva mangiare dallo stecchino di legno che abbiamo usato al posto della pinzetta.
- Papà - chiedo - Ma io da piccola ero così bisbetica?? -, lui scuote la testa. Io e papà decidiamo allora, di fare un'azione combinata. Lui per fargli aprire la bocca gli da l'acqua e io gli infilo il boccone giù in gola. Ha mangiato due bocconi serviti con il trucco, il tontolone :). Il suo tovagliolo, alla fine del pasto, era tutto sporco e l'abbiamo addirittura cambiato, come un bambino. Altra azione combinata. Prendo il nuovo tovagliolo di carta, poi alzo il pulcino, papà fa un veloce scambio e si risistema il cucciolo. Bisognerebbe sentire quanto è leggero!! Invece, la Olly (si, la piccola pappagallina del mio secondo post), quando per sbaglio ti vola in faccia, è un etto e mezzo di leggerezza! Ebbene dopo aver letto su un sito che le rondini hanno bisogno di una copertura sulla testa, gli abbiamo dedicato una scatola da scarpe coperta per tre quarti dal coperchio e gli abbiamo inserito, con innumerevoli sforzi, il cestino. Così bardato l'indomani è stato portato alla Lipu, ma questa è un altra storia che vi racconterò più avanti.