Un kookaburra in giardino

Un kookaburra in giardino

domenica 25 novembre 2012

La disputa della rondine

Ai tempi del liceo (1975 - 1980) l'assemblea d'Istituto, che si svolgeva una volta al mese, era un evento che annoiava e dispersivo. Secondo le indicazioni dei "Decreti Delegati"  (*) gli studenti si potevano riunire in questo appuntamento per discutere di temi riguardanti la scuola, l'organizzazione dell'Istituto medesimo, dei massimi sistemi e, per fortuna, di varie ed eventualiPer noi, che appartenevamo ad una sezione staccata del liceo scientifico "Antonio Roiti" di Ferrara, l'assemblea si svolgeva in uno spazio comunale: la Sala 2000.
Sulle prime, per molti, non avere lezioni per un giorno al mese fu una pacchia, ma nel lungo periodo anche l'assemblea d'Istituto si trasformò in un evento noioso: eravamo vincolati alla permanenza nell'ambiente deputato, dalle otto alle dodici, anche se non c'era nulla di cui dibattere.
La vicinanza della Sala 2000 al Cinema Argentina, suggerì l'idea di organizzare un cineforum e di impiegare due ore dell'assemblea mensile, per la visione di un film. Con l'appoggio fondamentale di Paolo, nostro insegnante di lettere, vicepreside della sezione staccata del liceo ed  inesauribile ideatore di molte iniziative culturali, riuscimmo nell'intento di istituzionalizzare un cineforum scolastico, che negli anni successivi continuò e divenne una caratteristica della nostra piccola scuola (due sezioni, dieci classi). 
Lo spezzone che vi propongo in questo post è tratto dal secondo film del gruppo comico inglese Monty Python, conosciuto proprio per un suggerimento di Paolo stesso. Per noi della terza B, non "impegnati politicamente", ma dissacranti, particolarmente inclini alla giocosità e all'umorismo, la visione di quella pellicola fu come una rivelazione divina e la comicità delle situazioni ideate da quegli attori inglesi, per quanto mitigata dalla traduzione in italiano, ci influenzò per molti anni a venire.

Con questo post adempio anche ad un piccola promessa fatta a Betta, che io e Monica abbiamo incontrato alla Fiera di Bologna, in una visita fuori orario allo spazio Abc blogin occasione di Mondo Creativo.




  



Dal film "Monty Python And The Holy Grail"  ("Monty Python Alla Ricerca Del Santo Graal") -  Monty Python - 1975. 


Andrea

(*) http://it.wikipedia.org/wiki/Provvedimenti_delegati_sulla_scuola)


martedì 20 novembre 2012

Un tema di matematica!


La mia professoressa di matematica è molto fantasiosa e non segue i normali schemi di insegnamento (Fate i compiti! State zitti! Tu e tu... interrogati! Vai alla lavagna!) al punto da assegnarci...un tema di matematica!




Un tema di matematica: La prima volta che incontrai le frazioni e il mio rapporto con esse alla fine della scuola media


Innanzi tutto, bisogna spiegare brevemente che le frazioni sono un modo diverso di rappresentare le divisioni e sono considerate numeri presenti nell'insieme dei numeri razionali (Q). Le ho conosciute circa (dico circa perché a qualcuno non sembra, ma i ragazzini non si possono ricordare del tutto cose accadute cinque anni fa), in quarta elementare. Alle scuole primarie, però, non le hanno presentate come numeri, bensì come torte da dividere, per esempio: ho un intero che è 4/4 ne prendo due pezzi e rimangono 2/4, oppure domanda della maestra: "Mangio più fette se ho 1/2 o se ho 2/4" e la classe unita, rispondeva "È la stessa cosa!!". Al massimo in quinta elementare si parlava di frazioni apparenti, proprie o improprie. Solo più tardi, in prima media, si incomincia ad afferrare il concetto di frazioni equivalenti e allora, alla stessa domanda di quarta elementare, la classe risponde "Sono equivalenti!!" e la cosa terminava li. In seconda media, i rapporti con le frazioni cominciano a diventare più complessi. Oltre alla solita domanda sull'equivalenza, si veniva chiamati anche alla lavagna per dimostrare che fossero eventualmente tali, allora si faceva la riduzione ai minimi termini, ma il programma sulle frazioni non finisce qui. Vengono introdotte anche le operazioni con le frazioni. Addizione, sottrazione, moltiplicazione divisione, potenze e dopo le espressioni.
Temutissime espressioni, che nelle verifiche dei meno amanti della matematica, fanno perdere punti preziosi quando sbagliate. A parte gli scherzi, personalmente le espressioni non mi sono mai andate granchè a genio. Qualunque facessi con le frazioni non veniva mai e a casa, durante i compiti stavo ore e ore a provare e riprovare sul blocco della brutta, ormai pieno e strapieno di numeri, parentesi, numeri, parentesi, eccetera... E così si arriva alla storia delle frazioni in terza. La vita si complica ulteriormente perché ora, si fanno con i numeri relativi. Il problema non è tanto nelle operazioni (+ - * :), perché a furia di farle tutta l'estate, sono quasi automatiche, ma bensì nei segni. Le espressioni continuano a non venire mai, perché magari hai dimenticato che meno per meno è uguale a più e scrivi meno, così da mandarti in fumo tutto. Il rapporto che ho con le frazioni però, non è tanto male. Bisogna solo fare attenzione.
Isabella


(Foto Isabella)


giovedì 8 novembre 2012

La catena di montaggio


Oggi a scuola ho studiato il fordismo. La nostra professoressa di storia ha spiegato l'introduzione della catena di montaggio per costruire oggetti in serie e velocemente. Sebbene le Ford, in generale, siano le mie auto preferite, la condizione degli operai di quell'epoca fa pensare che, forse, la meccanizzazione industriale e la tecnologia non siano poi, alla fine, delle cose così terribili, almeno sotto certi aspetti. Hanno sollevato molti operai dai problemi della ripetitività dei movimenti e dalla fatica. Ho pensato che, come conclusione della giornata, questo brillante video di Giorgio Gaber, guardato tante volte insieme al papà, sia adatto al tema.
Spero vi piaccia

Isabella



 





sabato 3 novembre 2012

Il piccolo condominio





In uno degli ultimi giorni di sole di ottobre, rientrando a casa all'ora di pranzo, ho notato sull'ultimo tarassaco fiorito questo strano affannarsi di insetti. Al mio passaggio non si sono allontanati e, per nulla spaventati, mi hanno concesso il tempo di prendere la macchina fotografica.


Andrea