Un kookaburra in giardino

Un kookaburra in giardino

martedì 25 dicembre 2012

Un pettirosso augurale





Tra il 27 novembre ed il 7 dicembre scorsi sono riuscito a scattare molte foto ad un pettirosso che fa spesso visita al nostro piccolo giardino. Di solito è molto sfuggente e guardingo, ma in quei giorni sono stato particolarmente fortunato: mentre Monica gli parlava, incuriosendolo (!),  io ho potuto fare parecchi scatti. 


Avevo anticipato il mio progetto di fotografare i pettirossi nella risposta ad un commento di Alex - Topogina Bonetto al post "Il piccolo condominio", ma mai avrei creduto di poter completare "l'opera" in così breve tempo.







Ho riassunto le fotografie in un filmato che ho pubblicato su YouTube e che potrete vedere, se lo desiderate, anche attraverso il link in questo post.



Oggi è il giorno di Natale e questo è anche il nostro modo per fare gli auguri a tutti coloro che passeranno nel  nostro blog.

Andrea e  The Kookaburra family







sabato 22 dicembre 2012

La fine del mondo!






Verso la fine dell'autunno, qualche settimana prima di Natale, nelle nostre famiglie si preparano i pampepati. Le mamme rispolverano le antiche ricette di famiglia, tramandate oralmente dalle nonne e custodite gelosamente per molto tempo. Difficilmente si  trovano ricette uguali tra loro, ogni famiglia elabora questi dolci in modo diverso.




Il cacao, le mandorle, la frutta candita sono gli ingredienti comuni, poi ogni "razdòra" mette "il proprio tocco" ricorrendo a spezie diverse, al caffè,  alla mostarda, al miele ...




Se arriva in dono un pampepato preparato in un'altra casa, al primo assaggio parte immediatamente il confronto con quelli di propria produzione. Si verificano la consistenza, la cottura, si tenta un'analisi degli ingredienti alla ricerca del particolare o dell'errore madornale e imperdonabile della pasticcera avversaria.




Alla fine dei pranzi con i parenti, prima delle feste con la effe maiuscola, c'è il rito dell'assaggio, per capire  se i dolci della nuova produzione possano essere regalati e siano in grado di reggere i confronti inevitabili.




L'assaporare delle prime fette è immancabilmente accompagnato da una disquisizione sulle caratteristiche del dolce appena affettato, rispetto a quello dell'anno precedente: " èra chiè gnù bùn st'an chì?" ("vero che sono venuti bene quest'anno?"). Qualche famiglia conserva ancora la vecchia usanza di far cuocere i pampepati nel forno del panettiere di fiducia, con l'avvertenza di far eseguire la cottura il pomeriggio, quando il forno stesso ha una temperatura più bassa e non rischia di cuocere troppo il dolce, rendendo il pampepato più duro della roccia basaltica.



Infatti ( ora scrivo io, Monica), quest'anno i miei panpepati sono un po' duri, ma il sapore.....quello è davvero ottimo e se volete provare a farli anche voi, di seguito vi scrivo la ricetta della mia famiglia, così li faceva la mia bisnonna e così li replico io:

(La dose è per sei panpepati)
3 hg di mandorle
1,10 hg di canditi ( io metto solo cedro, ma si può usare un mix di cedro, arancia, ciliegia)
6 hg di zucchero
2hg di cacao
2hg di cioccolato zuccherato
7 hg di farina
1 fiore (10 gr. circa) di macis ( si trova in erboristeria, è il mallo della noce moscata e va macinato o pestato nel mortaio, per ottenerne una grana fine)
200 gr, (circa) di latte
2 cucchiaini di lievito per dolci

Mezz'ora prima di iniziare ad impastare tutti gli elementi insieme, è bene mettere il macis in una tazza con 60 gr. di acqua calda. Trascorso il tempo, si mettono tutti gli ingredienti a fontana sulla spianatoia e si impastano pian piano con il latte, aggiungendo il macis con tutta l'acqua di macerazione. Si deve ottenere un impasto di giusta consistenza, non troppo morbido, ma soprattutto non duro.
Poi lo si allunga a cilindro e se ne tagliano sei pezzi, che andranno lavorati per ottenere dei dischi di diametro di circa 19 cm per 2cm di altezza. Li si può fare anche meno larghi e più alti, ma bisogna tenerne conto in cottura.



La cottura è davvero basilare per la buona riuscita, nel mio forno (ventilato) procedo così:
prima mezz'ora a 170 gradi, poi 25 minuti a 140 gradi.
La tradizione vuole che vengano realizzati alla fine di novembre e conservati al fresco-umido sino a qualche giorno prima di Natale quando, per essere serviti, devono essere ricoperti (sopra e sotto) di cioccolata fondente.





Con questo dolce tradizionale io, Andrea e Isabella vi auguriamo di trascorrere un S. Natale di vera gioia! Baci
                                                   
 Andrea e Monica


P.s. la ghirlanda che compare in sfondo nella sesta foto dall'alto, è un dono di Rosi Jo

sabato 8 dicembre 2012

Immacolata Concezione





"Con  Lei, eccelsa figlia di Sion, dopo lunga attesa della promessa" afferma la costituzione Lumen gentium del concilio Vaticano II " si compiono i tempi e si instaura una nuova economia allorchè il Figlio di Dio assunse da Lei natura umana per liberare con i misteri della sua carne l'uomo dal peccato".


Per questo motivo  la festa più importante dell'Avvento è la solennità dell'Immacolata concezione della Beata Vergine Maria, la Santissima tra i Santi, prototipo dell'umanità redenta.



 In Lei, come canta il prefazio del giorno, "Dio ha segnato l'inizio della Chiesa, sposa di Cristo senza macchia e senza ruga, splendente bellezza".



da "Calendario - Le feste, i miti, le leggende e i riti dell'anno" di Alfredo Cattabiani
  



Queste "Maternità" sono nate come commissioni negli anni novanta e dunque non mi appartengono più, di loro conservo solo queste foto che, per altro, ho rischiato di perdere. Ora che scrivo nel blog di famiglia ne approfitto per affidarle a questo diario virtuale ed oggi destino loro un nuovo ruolo, quello di rappresentare questa festività e di essere tramite dei miei auguri per voi che passate, trascorrete una falice giornata.
                                                                                  Monica

P.s...quelli che guardate sono tutti acquerelli di medie dimensioni e li ho realizzati rispettivamente nel 1990, 1993, 1995. La striscia d'apertura, invece, è una raccolta di piccolissimi schizzi e risalgono al 1985!